Sempre più spesso apprendiamo dalle testate giornalistiche o notizie in tv fatti che ci lasciano l’amaro in bocca: frequentemente giovani adolescenti sono vittime di violenza, bullismo o cyberbullismo.

Non vogliamo in questo articolo indagare le cause sociali e psicologiche legate a questi fenomeni, ma vogliamo piuttosto prendere in considerazione cosa un adolescente (o un bambino) e in primis un genitore possono fare per evitare di incappare in problematiche di questo tipo.

Spesso noi istruttori veniamo contattati da  genitori di figli maltrattati o bullizzati.
La nostra etica professionale ci impone di far i conti come prima cosa con l’età del bambino e dell’adolescente in questione. Il krav maga non è per tutte le età e i temi trattati nelle classi non possono e non devono essere alla portata dei più giovanissimi (la giovane età e l’inesperienza potrebbero falsare alcune aspettative o le visioni di alcune problematiche: per quanto dimostrino di esser adulti sono spesso molto fragili).
Come scuola abbiamo deciso che i programmi di allenamento devono esser diversi tra quelli degli adulti e quelli dei bambini e ragazzi. Ogni tematica viene approcciata in maniera differente a seconda della classe. La prima cosa che un adulto (genitore) deve comprendere è che tutti (istruttori e allievi) abbiamo delle responsabilità e che non sempre l’acquisizione di determinate tecniche può risolvere i problemi del figlio.

A monte deve esserci il dialogo: insegnate ai vostri figli il dialogo, il rispetto verso il prossimo. Insegnate a cercar di risolvere il problema parlando del problema stesso e a prevenirlo. 

I nostri programmi prevedono dapprima lo studio della prevenzione! Se posso evito il problema, se posso lo prevengo, senza scambiare questi due atteggiamenti come codardia. Non vogliamo certo far la paternale a nessuno, ma molte tecniche funzionano se si è consapevoli e consci dapprima di se stessi e di ciò che ci sta accadendo; questo vale sia per l’adulto che per il giovanissimo.

Ricordiamo inoltre che il krav maga è una disciplina di difesa personale da attacchi e minacce verbali e non, soprattutto come casi sporadici e isolati in strada o casi di violenza domestica. Il bullismo nella definizione del termine indica una forma di comportamento sociale di tipo violento e intenzionale, tanto di natura fisica che psicologica, ripetuto nel corso del tempo. Per questo ricorrere al solo uso del krav maga potrebbe non portare alla fine e alla risoluzione degli episodi di bullismo. 

Senza dubbio chi pratica Krav Maga avrà padronanza delle tecniche di difesa e potrà avere la possibilità di non subire violenza fisica, ma fondamentale per poterle padroneggiare e per padroneggiare la situazione di pericolo che si crea è l’approccio mentale. Nel momento in cui parliamo di bullismo o cyberbullismo non dobbiamo pensare al mondo del Krav Maga, ma dobbiamo pensare al giusto atteggiamento psicologico che nostro figlio deve avere, alla giusta capacità di evitare il problema per poi condire il tutto con tecniche di difesa personale (qualora la situazione degeneri in attacchi fisici).